Agadez

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World music - Dark folk

Agadez è una cantautrice e compositrice di origini mediterranee. Studiosa del Sacro Femminino,
appassionata delle tradizioni sapienziali ed esoteriche d'Oriente e d'Occidente, di archeo-mitologia e di
sciamanesimo.
Dietro un nome che evoca la simbologia Tuareg, si cela l’identità di Giada Colagrande, regista, attrice e
sceneggiatrice cinematografica.
L’artista intesse così un altro filo del suo percorso, che ha visto collaborazioni seminali come quelle con
Marina Abramovic e Franco Battiato e l’esperienza musicale alchemica con il precedente progetto
collettivo The Magic Door, integrando ricerca spirituale ed espressione artistica.
Con lo pseudonimo di AGADEZ inizia un percorso musicale solista che, seppur radicato nella world
music con contaminazioni celtiche e dark folk, trascende i generi musicali creando atmosfere
sincretiche e fortemente evocative.
In questa universalità trascendente giace la scintilla che AGADEZ desidera riaccendere, come un fuoco che
non si è mai spento ma per millenni si è affievolito per la mancanza di aria, del Sacro. Una connessione
ancestrale, attraverso il nostro corpo, con il cosmo e con l’invisibile. Un’esperienza mistica della
musica, che faccia vibrare in noi il palpito originario della creazione artistica secondo Madre Natura.
«L’arte, nelle sue espressioni primordiali, è nata come strumento di unione con il Divino.
Si pensi alle cerimonie nelle caverne, in cui la sacerdotessa utilizzava il tamburo per comunicare con le altre
dimensioni, terrene e ultra-terrene, tutte reami della Dea (Queendoms), poiché le comunità preistoriche avevano
un unico culto: quello della Dea Madre.» (Giada Colagrande)

I suoi strumenti di elezione sono voce, tamburi a cornice, chitarra e theremin.
Le sue sonorità evocano mitologie arcaiche e mondi tribali.
Queendoms, primo album firmato AGADEZ, è lo spazio dell’incontro con l’essenza femminina sacra, che
ci ricongiunge alla nostra dimensione primigenia.

QUEENDOMS
Questo album è concepito come un viaggio attraverso i culti femminini arcaici che sono seguiti a quello
primordiale della Dea Madre, dal momento in cui si sono dati nomi e identità alle dee.
Il culto della Dea ha attraversato tutte le civiltà esistenti: un’unica essenza che cambia forma, al ritmo dei tamburi sacri.
Il viaggio inizia con Tanit nel deserto del Sahara, e si conclude con Tara in quella che un tempo fu una delle culle del
divino femminino: la Valle dell’Indo, luogo, insieme alla Mesopotamia, da cui tutte le dee sono passate o provengono.
Essendo Dee Madri, nascono tutte come omnicomprensive, punto di unione e superamento di opposte polarità,
femminili e maschili, lunari e solari, oscure e luminose.
Ogni brano dell’album è dedicato a una dea, ne evoca i caratteri e le atmosfere peculiari e ne invoca i poteri e la
manifestazione.
Musicalmente l’evocazione di ogni dea attinge forme e colori dalla civiltà di appartenenza, mentre l’invocazione è
affidata ai testi, alla parola.

Agadez ha composto tutti i brani partendo dai ritmi dei tamburi per poi scrivere le linee melodiche per la sua voce e
per il violoncello di Giovanna Barbati, le percussioni e i tamburi di Glen Velez, la voce di Loire Cotler, l’arpa celtica
e il santur di Vincenzo Zitello, la nickelharpa e i flauti di Arthuan Rebis.

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Agadez - Aphrodite

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